Buongiorno! Rieccomi qui per il nostro consueto appuntamento settimanale, anche questa volta sono stata costretta a pubblicare la mia piccola lezione sul restauro di mercoledì, perché come la scorsa volta mi sono dedicata ad un progetto importante di cui, più in là nel tempo, se ti interessa, ti racconterò i particolari.
Bene, mercoledì scorso abbiamo affrontato la tematica della pulitura dei mobili trattati a cera e a gommalacca, per passare poi alla fase della sverniciatura, dove ti ho illustrato i successivi passaggi che ti permettono di effettuare una procedura ad hoc. Oggi invece ci occupiamo dei tarli, dei danni che provocano e dei metodi per combatterli.
Il primo importante quesito è questo: come facciamo a riconoscere un foro praticato di recente da un tarlo, rispetto ad un foro più vecchio? Sicuramente grazie ad un'attenta osservazione del bordo del foro. Il foro più 'giovane' avrà bordi netti e puliti, mentre un profilo scuro, con tracce di cera o sporco e un bordo irregolare indica un foro presente da tempo.
In entrambe i casi è d'obbligo un intervento immediato che serve a rimediare i danni presenti e a prevenire future aggressioni. Quando lavori con la carta vetrata ricordati di questo particolare: il tarlo a volte scava la galleria immediatamente sotto la superficie del mobile , rendendo così fragilissimo lo strato fra questa e l'esterno, in questo caso potresti rischiare di portare via questa sottile parete e di lasciare scoperta una scanalatura su cui sarà difficile lavorare.
Prima di eseguire ogni intervento restaurativo, devi procedere con la disinfestazione. In passato venivano utilizzati sostanze come l'olio di cedro o quello di zafferano, noi ovviamente ci affidiamo a rimedi chimici di ottima efficacia applicabili principalmente attraverso due tipi di procedimento: l'iniezione o impregnazione di liquidi e la fumigazione con gas.
Bene, mercoledì scorso abbiamo affrontato la tematica della pulitura dei mobili trattati a cera e a gommalacca, per passare poi alla fase della sverniciatura, dove ti ho illustrato i successivi passaggi che ti permettono di effettuare una procedura ad hoc. Oggi invece ci occupiamo dei tarli, dei danni che provocano e dei metodi per combatterli.
Come comportarsi con i tarli
Prima di eseguire ogni intervento restaurativo, devi procedere con la disinfestazione. In passato venivano utilizzati sostanze come l'olio di cedro o quello di zafferano, noi ovviamente ci affidiamo a rimedi chimici di ottima efficacia applicabili principalmente attraverso due tipi di procedimento: l'iniezione o impregnazione di liquidi e la fumigazione con gas.
Disinfestazione e metodi
Il metodo più diffuso è quello per mezzo di speciali liquidi antitarlo, da iniettare con una siringa in piccole quantità nei fori, nelle fessure, nelle giunzioni e in ogni spazio lasciato aperto dal legno.
Il liquido va applicato solo dopo un'accurata pulizia del legno in modo che lo sporco non faccia da barriera. Lo stesso liquido può essere applicato con un pennello passandolo più volte. Laddove il mobile necessiti, l'operazione va ripetuta almeno tre volte nell'arco di un anno a partire dall'autunno.
Il liquido va applicato solo dopo un'accurata pulizia del legno in modo che lo sporco non faccia da barriera. Lo stesso liquido può essere applicato con un pennello passandolo più volte. Laddove il mobile necessiti, l'operazione va ripetuta almeno tre volte nell'arco di un anno a partire dall'autunno.
Solo dopo che avrai constatato l'assenza di tarli puoi passare alla fase restaurativa successiva. Qualora il mobile non sia di grandissime dimensioni, si può procedere con il metodo della 'camera a gas'. E' necessario impregnare di liquido anti tarlo, utilizzando almeno un paio di litri di prodotto, tutto il mobile interessato e chiuderlo immediatamente dentro un sacco di nylon, un importante accorgimento è quello di collocare vicino al mobile all'interno del sacco, in modo che non si rovesci,anche un recipiente contenente un'altra lattina di veleno, in questo modo viene favorita l'evaporazione del prodotto che agirà in simbiosi con il prodotto di cui il mobile è già imbibito. Ultimo passaggio: chiudi ermeticamente il tutto con nastro adesivo da pacchi e lascia agire per almeno due settimane.Trascorso questo periodo, estrai il mobile dal suo 'involucro' e lascialo asciugare per alcuni giorni in luogo arieggiato, infine esegui un ultimo passaggio con la siringa . I periodi migliori dell'anno per questa operazione sono la tarda primavera e l'autunno, perché è il momento in cui le uova degli insetti xilofagi, cioè che mangiano il legno, si schiudono.
Per oggi è tutto: Spero di esserti stata utile!
Ciao e alla prossima.
Anche io faccio la camera a gas... ma solo con i mobili di nuovo acquisto. Quelli che ho in casa, li tengo con i tarli perché a quanto so l'antitarlo è più nocivo per la salute dei tarli. Tu cosa dici, è così???
RispondiEliminaCiao Monica se i tarli hanno abbandonato il mobile da tempo e non ti danno fastidio i fori, li puoi lasciare anche così. Per quanto riguarda la pericolosità dei prodotti, ora in commercio ne trovi anche di innocui per l'uomo. Baci e buona serata
EliminaCiao Valeria, fai benissimo, esegui proprio la stessa procedura di cui ho scritto sopra. Baci e buona serata
RispondiEliminaShabby freak, sei magnifica! Tu si che te ne intendi davvero di arte!
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